Un gufo mamma patchwork

Per questo gufo mamma imbottito, ho applicato la tecnica del patchwork. Il procedimento è un po’ elaborato, ma di grande effetto. Dal punto di vista funzionale permette di utilizzare pezzi e avanzi di tessuto altrimenti inservibili.
In compenso richiede molta manualità e lavoro. Prima o poi chi si diletta con il cucito creativo si avvicina anche al patchwork, per capire se è una tecnica adatta a me, voglio provare a realizzare il gufo di Lisa Pay (di questa talentuosa artista australiana ho già parlato tre post fa il suo canale PayItForward ).

ATTREZZATURA PER IL TAGLIO

  • cutter a rotella
  • tappetino da taglio
  • righello da patchwork (o in alternativa righello/squadretta da disegno)

Il progetto è relativamente semplice: la lavorazione a patchwork è geometrica con la cucitura di tante strisce di tessuto a spina-pesce. Per questo progetto occorre però disporre di una serie di attrezzature che agevoleranno il lavoro, direi assolutamente indispensabili.

Prima parte: tagliare!

Per prima cosa occorre prendere dimestichezza con il cutter a rotella! Uno step apparentemente banale ma non privo di difficoltà.
Per questo progetto sono richieste un certo numero di strisce di tessuto di 2,5 cm per un tot di lunghezza, così ho rovistato nei pezzi di scarto e iniziato a tagliare i tessuti di varia consistenza.

Come si procede

Preso un allineamento sulla stoffa segno sul rovescio due punti a 2,5 cm (con il gesso da sarto o una matita) un po’ distanziati, appoggio il righello per allinearlo sui due punti e esercitando una lieve pressione sul righello con la mano sinistra, adopero il cutter tenuto saldamente a filo del righello. Occorre esercitare una pressione decisa con il cutter e ripassarlo solo una volta. Se non è stata incisa tutta la stoffa a questo punto è preferibile terminare il taglio con delle forbici. Passando più volte la lama del cutter lungo il righello si rischia di “andare storto” – o almeno così succede quando si ha poca dimestichezza con il procedimento. Per questo consiglio di iniziare sui pezzi di scarto, se si rovinano, poco male.

Secondo passo: preparazione pannello di montaggio

Quando riteniamo di avere strisce di stoffa a sufficienza bisognerà cucirle su un pannello seguendo la numerazione assegnata nel progetto. Il pannello è composto da un rettangolo di 28×23 cm di cotone neutro rinforzato con una interfodera. Nel cucito creativo moderno si utilizzano spesso dei rinforzi detti comunemente flisellina termoadesiva.
Non esiste un unico tipo di flisellina: si va dalla teletta in tessuti naturali al tnt e ovattina di materiale sintetico e fino alla maglina elastica (tipo collant) per i tessuti elasticizzati.
Inoltre la flisellina si divide in base allo spessore: in leggera (grammi non superiore ai 50), media (tra i 60 e i 70) e pesante (dagli 80 in su).
Il criterio da adottare nella scelta è di prendere una flisellina che sia dello stesso spessore e tipologia della stoffa accoppiata. Il classico esempio è quella flisellina in tnt anche più pesante del tessuto utilizzato quando cuciamo un astuccio, mentre per i rinforzi nella confezione dei capi di vestiario è sempre una norma utilizzare una flisela che abbia il peso più simile al tessuto e la composizione più simile.

LA FLISELLINA TERMOADESIVA O NON ADESIVA?

E’ intuitivo che per tessuti delicati tipo il raso o il velluto oppure tipo lycra bisogna utilizzare la flisellina non adesiva (che si applica con una cucitura al margine della stoffa). La versione termoadesiva si applica con il calore del ferro da stiro che scioglie il leggero strato di colla attaccato alla flisellina e la fa aderire al tessuto scelto (ovviamente bisogna fare attenzione a non creare pieghe o bolle durante la stiratura).

Per approfondire l’argomento basta sfogliare il catalogo dei prodotti della linea Vliseline

SOLUZIONI ALTERNATIVE (IDEA RICICLO)

Per chi si trova alle prime esperienze con il cucito creativo e realizza dei piccoli progetti, il mio consiglio è di utilizzare del materiale di riciclo per l’interfodera: possono andare bene il tnt usato nel giardinaggio (o dai fioristi per il confezionamento delle composizioni floreali) e le vecchie tende sia da interno che da esterno, scampoli di cotone-garza; in alternativa alla colla una cucitura a zig-zag lungo i bordi funziona benissimo. Come risorsa per piccoli pezzi lo scotch carta: si applica sui tessuti più leggeri per fare dei tagli perfetti senza che il tessuto sfilacci!

Per il mio pannello ho deciso di riciclare un pezzo di tnt rigido recuperato da una composizione floreale.

Schema della lavorazione

schema lavorazione a pathwork
schema della lavorazione a pathwork

Sempre in questa fase preparatoria è buona regola disegnare uno schema della lavorazione per avere tutto sott’occhio: ho così tracciato una versione del cartamodello leggermente ridotta per farla stare in un foglia A4, posizionato il centro focale da cui partire (la piccola casetta che conterrà un piccolo gufetto) e disegnato l’andamento delle strisce con la numerazione della sequenza, in questo disegno si procede con la cucitura a coppie di lati opposti e la chiusura del terzo elemento: quindi 1-1; 2-2; 3. Sempre in questa fase si potrebbe anche definire l’accostamento dei colori e delle trame a priori, ma io ho deciso di affidarmi alla sensibilità del momento.
Il consiglio di Lisa Pay è di utilizzare una stoffa della “casetta” con una trama a sfondo nero, o una tonalità molto scura e intensa, perchè costituisce il punto focale. Così le prime strisce che la racchiudono è bene che siano di una tonalità chiara.

ATTREZZATURA PER IL CUCITO

  • ago e filo bianco
  • scucino
  • righello e matita
  • spilli

Terzo passo: cucire le strisce in sequenza

gufo patchwork


Il lavoro ora procede con molta calma e precisione. Per prima cosa si fissa la “casetta” centrata e a 6 cm dal bordo inferiore del pannello di montaggio, l’ho fermata in posizione con un giro a sorfilo. Probabilmente esisterà un piedino per macchina che cuce tenendo un bordo di 4 mm dal filo della stoffa, ma io ho proceduto alla vecchia maniera: sul rovescio della striscia ho preso la misura a 4 mm dal bordo che andrò a cucire e tirato la riga, ho allineato il bordo della striscia con quello sotto (dritto del lavoro), fissato con degli spilli e cucito a mano con il punto all’indietro.
Se le strisce non sono ben allineate è bene disfare con lo scucino e ricominciare. E’ buona norma passare il ferro dopo aver piegato la striscia al dritto, ma io l’ho solo schiacciata bene con l’unghia e fermata con degli spilli che sono andata a levare man mano.
Tanto per farvi un’idea di quanto ci ho messo a realizzare tutto il pannello: ieri sera c’era la prima serata del Festival di Sanremo che è durata 4 ore e mezzo.

Quarto passo: assemblare i pezzi del cartamodello

D’ora in avanti il resto della lavorazione sarà una passeggiata. Si ritaglia la sagoma del cartamodello posizionata centralmente sul pannello, si applicano i vari pezzi in feltro, si tagliano le due metà del dietro e la base ovale, si cuce il tutto sul rovescio, si rigira il lavoro dall’apertura sul dorso e s’imbottisce. Un unico appunto riguardo al cartamodello: la parte dietro e la base devono essere tracciate sulla stoffa e ritagliate aggiungendo un dito di margine circa, altrimenti non combaciano.
Io ho piegato il pannello del davanti a metà (lungo l’asse verticale) e tracciato la sagoma sulla stoffa a contorno, aggiungendo i 4 mm della cucitura solo sull’asse stesso di simmetria.

Ed ecco il mio primo gufo patchwork

PS
Di questo progetto mi piace l’abbinamento del tessuto di cotone con il feltro perfetto per delle applicazioni aggiunte a mano.

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico