Prepariamo le pigne per le decorazioni della casa

QUALE PIGNA?

Settembre profuma d’autunno e ci regala tante pigne, non aspettate a raccogliere le pigne in inverno per le decorazioni natalizie, perchè è alla fine dell’estate che si trovano quelle più belle!
Le pigne sono un bellissimo regalo del Bosco, sono il simbolo della vita eterna e della resurrezione, rappresentazione della ghiandola pineale che si trova al centro del cervello, per alcuni sede dell’anima, per altri “Terzo Occhio”.

C’è pigna e pigna a seconda dell’albero.

L’abete di Natale è quello che fa le pigne cilindriche lunghe una decina di centimetri. Il pino mugo è quello dalle pigne più belle piccole e ovali (da 3 a 6 cm) di un bel marrone virato al rossiccio.
Variazioni sul tema cilindro o ovale le abbiamo poi con il pino nero (pigne ovato-coniche e lunghe non più di 7-8 centimetri, il pino strobo (le pigne sono cilindriche, leggermente curve, di grande dimensione, lunghe 15-20 centimetri, pendule, marroni, molto resinose e dotate di un vistoso peduncolo) il pino domestico (che tutti conoscono con il nome di pino marittimo con la caratteristica chioma ad ombrello tipico della macchia mediterranea, pigna molto bella di un colore marrone lucido compatta e pesante) e infine il larice (che d’inverno perde le foglie) con pigne piccole ovoidali di color nocciola le quali diventano grigiastre con l’invecchiamento.
Una pigna del tutto particolare è quella del cedro dell’Himalaya (il cedrus deodara) quando la pigna è in maturazione è tutta chiusa e vedognola, ma passati due anni si  apre disperdendo le squame a ventaglio, le squame hanno una forma a cuore e ne restano un po’ attaccate alla base disposte a forma di rosellina.
Le info le ho riassunte da qui (con tanto di belle foto e descrizione particolareggiata)

PULIZIA DELLE PIGNE

Le pigne vanno prima pulite e poi lavate bene per eliminare le impurità e le gocce di resina (che si appiccicano alle mani e macchiano tessuto e pareti), approfittiamo delle belle giornate di settembre prima che inizino le pioggerelline autunnali: dopo la raccolta si lasciano fuori al sole, si spazzolano per levare il terriccio e si  mettono in acqua calda e aceto strofinando bene con uno spazzolino dalla setole dure, c’è chi preferisce la candeggina delicata o il detersivo per i piatti: si eliminano così animaletti e resina. Si lasciano a bagno nel secchio per qualche ora o se le pigne sono molto resinose anche una giornata buona (così facendo però le pigne si chiudono strettamente).
Attenzione che le pigne dal “petalo” (detto anche squame) più sottile non amano stare troppo nell’acqua, quindi bisogna andare di spazzola e strofinare bene per levare la resina (io uso uno spruzzino con acqua e aceto agendo direttamente sulle punte da trattare).

Sciacquare e far asciugare sotto il sole, se sono ancora un po’ umide passatele in forno tiepido, si apriranno donando alla casa un gradevole profumo (altro che deodoranti per l’ambiente!!).
In effetti è proprio con il calore che le pigne si aprono, per chi ha la stufa a legna si possono infornare a go go e farle asciugare a piacere.

Per dare un tocco in più alle vostre pigne in attesa di usarle per le decorazioni natalizie conservatele nelle buste di plastica con chiusura ermetica dopo averle spruzzate con l’essenza che più vi piace diluita con poca acqua (oppure chiudete nel sacchetto qualche bastoncino di cannella).

TRATTAMENTO PIGNE: colorazione

Ci sono vari modi per colorare le pigne o anche sbiancarle per l’effetto shabby che piace tanto. Quello più semplice se avete della tempera per le pareti avanzata è di allungarla con acqua e immergerci le pigne, si lasciano asciugare su una pellicola trasparente rigirandole ogni tanto.
Se la vostra pulizia pigne è quella con acqua e candeggina basta aumentare la dose della candeggina in 2:1 (due parti di acqua e 1 parte di candeggina) lasciandole a bagno per un paio di giorni. L’unico inconveniente è che le pigne galleggiano e quindi bisogna metterle sotto peso per farle stare immerse nel preparato.
Per colorare le pigne delle pennellate di colore bisogna prima farle chiudere immergendole in acqua molto calda, appena si chiudono tamponare con carta assorbente e dipingerle con i colori acrilici spennellando nel verso dall’alto verso il basso rispetto al gambo, così restano dipinte solo sull’esterno. Una volta asciugate sotto il sole le pigne si riapriranno per un bell’effetto neve.

Gli altri tesori del bosco

Anche la corteccia, i rametti secchi e le ghiande si puliscono allo stesso modo (per le ghiande, bacche o i sassolini  io uso acqua calda e bicarbonato) e insieme a spago, cartone e semini vari saranno i materiali base dei miei progetti di settembre. Inizio anche a raccogliere una discreta quantità di foglie che farò seccare sotto pressa.

Jheronimus Bosch, The Owl’s Nest, circa 1505 – 1516, Museum Boijmans Van Beuningen

continua gufo-pigna realizzazioni

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico