Il gufo in pasta modellabile: il gufo Darragh

Gufetti con la pasta modellabile, non un tutorial completo, ma un ecco come ho fatto, con qualche suggerimento.

La mia pasta modellabile preferita (per ora) è la pasta di amido e bicarbonato, che trovo molto semplice da preparare e che si conserva bene in frigo, viene cotta sul fuoco prima e non deve passare in forno per asciugare, ma stare semplicemente all’aria, assolutamente da non lasciare sotto il sole perchè si crepa subito.

LA MIA RICETTA della PASTA MODELLABILE AL BICARBONATO

Non appena preparo dell’altra pasta prometto che aggiungo le foto durante le fasi della lavorazione!
Ecco come mi regolo io: prendo un misurino di plastica (di quelli con il manico) e ci metto tutto il bicarbonato della confezione (250 gr) a me interessa la sua quantità in volume e mi segno fin dove arriva. Butto il bicarbonato in un pentolino e misuro metà del volume di amido di mais (maizena) che butto sempre nel pentolino. Metto l’acqua fino al livello del secondo segno.
Stempero la miscela con un cucchiaio aggiungendo l’acqua poco per volta e quando è ben amalgamato verso il resto dell’acqua . A questo punto il preparato ha l’aspetto del latte.
Accendo e metto sulla fiamma medio-bassa e continuo a mescolare, getto uno schizzo di succo di limone (si dimezzano quasi i tempi della preparazione) e non appena si formano le prime bollicine e il preparato si addensa (tipo polentina) abbasso la fiamma al minimo mescolando con più energia. Appena il tutto si stacca dal pentolino (è come per la pasta dei bignè) spengo e lascio raffreddare.
Non troppo però perchè la pasta deve essere lavorata bene per renderla liscia, perciò appena è gestibile senza bruciarsi le mani, la stendo su una superficie vetrosa o marmorea e la impasto. Quando è fredda la suddivido in parti che vado a colorare a piacere (con tempere e acrilici usare i guanti di protezione).
Avvolgo ogni impasto colorato separatamente nel sacchetto di plastica o la pellicola trasparente (anche i contenitori di plastica vanno bene basta che la tenuta sia a prova d’aria) e lascio in frigo perchè si rassodi almeno un giorno.
Quando riprendo la pasta nelle quantità che mi servono vado a lavorarla leggermente ungendomi le mani prima con abbondante crema per le mani, preferibilmente che non abbia odori molto marcati.
Dal punto di vista chimico è l’amido contenuto nella farina a trasformarsi in colla durante la cottura,  il bicarbonato serve a rendere malleabile questa parte collosa di modo che non appiccichi più alle dita. Prima che in commercio ci fosse la colla vinilica era con farina e amido che si facevano le colle (e io uso ancora le ricette di una volta nei miei lavoretti).

Un paio di accorgimenti da adottare durante la lavorazione: se si stendono fogli sottili usati come base su cui si aggiungono ulteriori decorazioni, prendere come piano d’appoggio del vetro, sarà più facile staccare i pezzi  di pasta. Consiglio caldamente l’uso dei pennelli di gomma per modellazione (hanno la punta in silicone e si vendono in set da cinque).

IL GUFO DARRAGH

Si parte prima di tutto con uno schizzo preparatorio,  che vuole essere una stilizzazione dell’animale, in cui si accentuano le caratteristiche salienti: la forma del gufo è tronco-conica, lavoro così con le mani un pezzo di pasta azzurrina che appiattisco alla base e schiaccio alla sommità rastremandola in due  “cornini”.
IL PRIMO DELLA SERIE
Lavoro un pezzetto di pasta gialla che stendo piatta (con il rullo di gomma) dandole una forma circolare, bagno con delle gocce di colla “la pancia” del gufo e attacco il pezzo giallo facendo aderire bene il bordo al corpo. Per evitare che il pezzo si stacchi pigiare bene, ma con delicatezza nel punto di contorno, le due paste aderiscono perfettamente e anche in fase di asciugatura non si staccano.
E sono già a metà dell’opera!
Prendo due pezzi dalla pasta bianca e li lavoro a forma di palla che poi appiattisco tenendoli nel palmo della mano e li incollo come occhi. Prendo due pezzettini piccoli di pasta blu intenso facendo la stessa lavorazione per l’iride. Per aiutarmi nel posizionamento faccio un cerchietto sul dischetto bianco premendo con un attrezzino.
Becco arancione, due alette blu e le zampette completano il mio gufetto su cui imprimo qualche decoro. Ho fatto anche un salamino con il blu e l’ho incollato sopra l’arcata degli occhi.
Il primo nato sarà giusto un modellino per le successive creazioni e quindi l’ho realizzato molto velocemente,  per farci delle prove.

Così ecco le mie dritte: una volta fatto il corpo per regolarsi con la quantità di pasta degli occhi è meglio prenderne poca e di quel poco levarne ancora (o almeno io tendo a prenderne sempre di più di quello che effettivamente serva), una volta data la forma alla parte grande degli occhi marcare con un segno la posizione dell’iride, usare ad esempio la punta stondata del pennello per fare il segno circolare che resta anche leggermente incavato con la pressione, man mano che si aggiungono dettagli o segni il gufo diventa sempre più espressivo. Ovviamente è meglio assemblare gli occhi sul piano di lavoro e poi incollarli al gufo!

Ed ecco le variazioni sul modellino di partenza
gufetti in pasta al bicarbonato

Per asciugare ci vogliono minimo un paio di giorni specialmente se il gufo è bello ciccio. Un’avvertenza che però non ho osservato: spostare il meno possibile il gufetto quando è finito, riprenderlo in mano e spostarlo come ho fatto io per le foto lo traumatizza (il gufetto in mezzo ha perso il becco)!! Mettetelo subito su di un vassoino (ad esempio una teglia d’alluminio usa e getta) e dimenticatevelo per un paio di giorni..

La pasta al bicarbonato è diversa dalla pasta al mais, è vero che sbarluccica sotto il sole, ma non ha quella trasparenza propria della pasta al mais e intervenire con il colore con la pasta asciutta non è altrettanto semplice. Un buon risultato nella mescola del colore nell’impasto (della comunissima tempera è perfetta, non sprecate l’acrilico).
Nelle modellazioni di medie dimensioni si presentano puntualmente le maledette crepe (sarà anche che con il caldo dell’estate la situazione ambientale non è proprio ottimale!).
Ecco come ho fatto per il restauro e che metodo ho utilizzato per  modellare dei gufetti alti 7-8 cm

STUCCARE!
Non con lo stucco, ma con colla vinilica per riempire le fessure e poi uno strato sottile di pasta sfregato bene sopra.
Lascio asciugare e eventualmente ripasso con della carta vetro.

i tre gufetti finiti: non sono intervenuta però sulle pancine, anche i becchi sono rimasti grezzi. Ci passerò della vernice trasparente, ma prima voglio ritoccare con delle ombreggiature nei solchi e per definire i volumi, sono ancora indecisa su che colori usare, terre in polvere, inchiostri, acquerelli? Vedremo..

GROSSE DIMENSIONI: stratificare
Maledette crepe, se provassi a stratificare? Voglio fare dei gufetti di 8-10 cm che sembrino lavori in ceramica ..
Così ho prima disegnato il modellino e proceduto con il metodo di cui sopra. Una volta asciutto ho ripreso il gufetto e sono intervenuta ad aggiungere un ulteriore strato sul corpo, leggero velo di colla vinilica, sottile strato di pasta, modellazione e schiacciamento lungo i bordi. L’effetto mi sembra gradevole anche perchè si formano dei contorni più interessanti che sono andata ulteriormente a scavare con l’attrezzino appuntito.
La sfumatura verde l’ho ottenuta con dell’inchiostro distribuito nell’incavo dell’occhio prima di applicare la pupilla.
Rigoroso look black and white per i due gufetti che finiranno in un carillon del vento, li ho bucati quindi da parte a parte per poterli infilare con la corda. Stessa stratificazione anche sul dietro.
Lascerò asciugare bene e poi deciderò il da farsi
gufetti pasta da modellare simil ceramica

Ho colorato i gufetti con della polvere da ombretto e tempera nera, ecco come sono ora

IL MODELLINO BIDIMENSIONALE

In vista di un laboratorio creativo per bambini ho provato a trasformare un disegno in gufo-ciondolo. Così ho stampato uno dei tanti disegni da colorare che si trovano nel WEB con un gufo di sguincio ed ecco cosa ho ottenuto.
Il tutorial sul laboratorio creativo a breve

prove gufo-ciondolo (maledetti artigli che si staccano appena lo giri!!

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico