Il gufo Enda su un filo di carta

Piegando l’umile fil di ferro si ottengono delle sculture molto elaborate e sorprendenti, tra le quali non mancano i gufi.
Il progetto di oggi è propedeutico per avvicinarsi  alle potenzialità espressive di questo materiale.

Gufetto in filo di ferro e carta

Il progetto prende le mosse dal Blog di Pamina a sua volta ispirata dal libro “Poésie de papier” di Isabelle Guiot-Hullot in cui si utilizzano i ritagli di carta con il filo di carta armato; l’occasione buona per scrivere la ricetta della colla fatta in casa.

LA COLLA FATTA IN CASA CON LA FARINA

Dosi: per ogni bicchiere d’acqua misurare 1/5 di farina (comunissima farina OO).
Io prendo il mio dosatore di plastica e metto un tot di farina pari ad una dose, la butto in una ciotola e nel misuratore verso 5 volte la dose segnata dalla farina. Verso poca acqua nella ciotola della farina  e mescolo bene in modo da non formare grumi, prendo un pentolino ci verso l’acqua dosata e la farina stemperata e continuo a mescolare a fuoco medio fino a quando inizia a bollire, getto una manciata di sale e abbasso la fiamma al minimo facendo cuocere un minuto circa. Più cuoce più la farina si addensa. Appena è raffreddata è pronta all’uso.
Basta mettere l’etichetta con la data di scadenza (max entro 5 giorni dalla preparazione): se la vogliamo più liquida (ad esempio per i lavori in cartapesta) basta spegnere appena vela il cucchiaio, una volta che si raffredda e asciuga un po’ diventa ancora un po’ più densa. Se è troppo densa per l’uso ne che vogliamo fare la rimettiamo sul fuoco con un po’ d’acqua.

IL FILO DI CARTA ARMATO

Per realizzare il filo di carta armato occorre: filo di ferro, carta velina o anche carta da pacchi molto sottile , colla. Si può usare la colla vinilica ma io preferisco farmi la colla in casa.
Si taglia la carta a striscioline (consiglio di 1 cm circa) si passa la colla su una strisciolina per volta e si avvolge intorno al filo. Ho fatto la prova con diversi tipi di carta sottile che avevo per casa e anche con la carta dei giornali pubblicitari che ti infilano a forza nella buca della lettere, il risultato migliore l’ho ottenuto con un foglio di carta velina.

A qualcuno verrà in mente: ma perchè non usare lo scotch di carta? Si basano è vero sullo stesso principio (e per certi lavoretti lo scotch funziona benissimo), ma la carta incollata resta più sottile e meno scalettata. Ovviamente dipende dalla quantità che intendete usare, probabilmente dopo un po’ di metri vi stuferete di farvi il filo da soli e lo andrete a comprare già fatto.

IL PROGETTO
Il secondo passo è disegnare il progetto su un foglio di carta, io ho usato quello quadrettato per aiutarmi nelle proporzioni, sono partita da una forma ad uovo e ho aggiunto due alucce  e i piedini. Bisogna quindi ragionare un attimo su come si dovrà piegare il filo di ferro e sul punto di chiusura che è sempre quello più delicato. Ho deciso così di partire dal basso a destra e mi sono segnata con le freccette tutto l’andamento del filo; visto così è una procedimento banale, ma nei disegni più complessi questo tipo di approccio è fondamentale per razionalizzare il movimento delle linee e definire tutte le legature.
Come primo modello ho scelto il gufo più ciccio e ho sagomato il filo poggiandolo man mano sul disegno per eseguire le piegature dove necessario; ci vogliono pinze, tenaglie e tronchesi da modellismo.

gufetto in fil di ferro e carta composizione

LA CARTA

Che tipo di carta è meglio usare?
Anche in questo caso ho fatto un po’ di prove e trovo che la migliore sia una carta di medio spessore (o anche fine) con il testo scritto in piccolo e ravvicinato, il testo deve essere uno sfondo che quasi scompare, proprio per la sua uniformità. Molto romantico l’uso di spartiti musicali o testi di poesie, occorre però calibrare bene il rapporto pieni-vuoti e trovare una combinazione grafica armoniosa.
Un po’ più di vivacità si può apportare  usando cartine topografiche, ritagli di immagini dalle riviste, ritagli di carta decorativa ma anche colorando con l’acquerello. Se la carta ci sembra troppo nuova la possiamo invecchiare spennellandola con il caffè. Parimenti possiamo aggiungere timbrate o abbellimenti con tocchi di colore.

LA COMPOSIZIONE

Ho deciso di fare le alucce con della carta diversa dal corpo e ho così incollato prima le due ali sulla sagoma del corpo ritagliate con un po’ di margine, in un attimo la colla fai da te asciuga e così ho posizionato il gufetto sulla pagina del libro che ho scelto e l’ho lasciato sotto un peso in modo che il filo aderisca bene con tutta la carta; ho poi ritagliato lungo il bordo del gufetto. Nel punto di giunzione la tensione creata dalla curvatura tende a spingere verso l’alto il filo stesso, ma basta rimetterlo in forma incollare e tenere con una molletta.
Aggiungo infine occhi e naso, piego le zampette in modo che il gufetto stia in piedi.

Ed ecco il risultato finale (credo lavorerò ancora un po’ sulle scritte, voglio aggiungere con qualche tratto a penna una scaletta, ma per ora lo lascio così)

continua

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico