Aedan il gufo tenerone

gli stoffosi il gufo tenerone

Ecco il primo lavoretto la cui idea iniziale è stata presa da Punto di colore – Gufetti fai da te: il corpo del gufetto è un’ellisse (a forma lenticolare) da cui si ricavano due dischetti da imbottire e da sigillare con la colla a caldo.
Il primo esemplare l’ho imbottito con dei bioccoli di cotone idrofilo, per il corpo ho utilizzato una stoffina tartan (il dietro è invece un pezzo neutro) che ho lasciato si sfrangiasse un po’ durante il taglio. Il resto l’ho preso dal sacchetto dei ritagli.
Niente feltro ma tessuti di cotone e velluto (per le zampine). Il trucco per mantenere il taglio pulito è “armare” il dietro con dello scotch di carta, anche il cotone più leggero si taglia meglio e in modo preciso e con ci sono sfilacciature.
Finito il gufetto aveva degli occhioni neri tanto grandi, così li ho illuminati con un punto di bianco (pennarello decor). Ho incollato (con la colla a caldo) una calamita sul dietro ed è finito subito sul frigo come porta memo!

Vado a fare adesso un nuovo gufetto, illustrando la lavorazione. Ho realizzato un Template su un foglio A4 da scaricare: l’ho chiamato Aedan
viene dal gaelico irlandese ed è un nome proprio maschile diffuso in epoca altomedievale: significa “fiamma, fuoco”

Template

IL GUFO AIDANO

Aedan (oggi più comunemente Aidan) è un nome ritornato in auge nei paesi anglosassoni, così ispirata dal nome ho scelto una stoffa che richiama la fiamma.
La lavorazione è molto semplice che non ha bisogno di molte immagini, si abbia l’accortezza di ritagliare prima il corpo del gufo sulla stoffa “bella” che sarà usata come sagoma (appuntandola con degli spilli) sul tessuto che andrà dietro: le due parti coincideranno perfettamente. Dopo aver fatto un po’ di prove ho deciso di non mettere le zampe per non coprire troppo il motivo a spirale della stoffa (per becco e ali ho smorzato il rosso con il blu e così anche gli occhioni sono diventati azzurri). Prima ho incollato con la colla a caldo i due pezzi del corpo (s’incolla il dietro e si appoggia il davanti sopra facendo pressione e avendo l’accortezza di lasciare uno spicchio libero per infilare l’ovatta) poi le ali, solo alla fine ho posizionato e incollato gli occhi già assemblati, appoggiandoli insieme al becco e decidendo l’espressione finale del gufo.

Modificando le dimensioni degli occhi/grandezza e forma del becco posizione delle palpebre si ottengono espressioni diversissime, a  volte è il pezzo di scarto stesso che suggerisce la forma migliore!

Riducendo del 70% il modello si ricava un simpatico scudetto da incollare sullo zainetto della scuola o sull’astuccio.

Le varie parti del gufo possono ovviamente anche essere assemblate con ago e filo!

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico