Un gufo fatto con i nodi ovvero l’arte del macramè

Da ragazzina in pieno fervore hippy avevo seguito dei corsi a Firenze sul macramè (era più un collettivo femminista che un atelier di artigianato), ma non ero andata più in là della creazione di braccialetti e di intrecci per vasi sospesi…
In questa estate di afa e di giornate che sembrano non finire mai, ho riguardato i miei vecchi appunti e grazie all’immenso archivio internet ho raccolto un po’ di idee e tutorial per realizzare dei gufi al macramè.
Più che alla bigiotteria (con la stessa tecnica si realizzano collane, orecchini e bracciali di una complessità certosina) sono interessata a grandi creazioni da appendere alle pareti e così, dopo aver raggruppato tutti i filati che avevo per casa ho provato a seguire vari tutorial adattandoli alle cose che mi trovo sottomano.
Le prime creazioni sono già finite appese alle pareti di casa.
Ecco una galleria fotografica e il rimando ai relativi tutorial.

Il primo gufo ha una forma semplice ma non mi ha entusiasmato molto, soprattutto nella parte del disco facciale; gli altri tre sono abbastanza simili, ognuno con un suo svolgimento caratteristico.
Il quarto gufo (con i bottoni dorati) ha una trama molto fitta e ben “disegnato” ma sorprendentemente semplice da realizzare.

NODI BASE

I nodi impiegati sono quelli base, a parte il procedimento per montare i fili (nodo testa d’allodola- o bocca di lupo) ho utilizzato solo due nodi:
il nodo piatto (con 4 o 3 fili) semplice o alternato, e il nodo cordoncino (per le linee diagonali).
Il disco degli occhi è realizzato con due tecniche: quella più diffusa monta un certo numero di fili su un portafilo che viene chiuso ad anello, si pareggiano i fili e si pettinano per un effetto “fuffy“; un altro modo -secondo gufetto- consiste nell’annodare un lungo filo attorno ad un disco (legno, metallo, plastica) prima con il nodo testa d’allodola e poi con dei nodi supplementari.
Per il becco si possono utilizzare vari elementi decorativi come rondelle o perline allungate, oppure realizzare il becco con dei nodi, come ad esempio il nodo pallino o nocciolina (in inglese berry knot).

ANCORA MODELLI

Non poteva mancare il modello che richiama Edwige il gufo delle nevi di Harry Potter, tra i tanti tutoria ho seguito quello di Macrame Tita , usando del banalissimo spago da cucina: mi piace molto la rigidità che assume per via dell’intreccio tipo canestro (le lunghezze indicate sono state appena sufficienti e ho dovuto tagliare la codina un po’ corta)

Per il sesto modello ho scelto una forma completamente diversa e siccome c’è un tipo di lavorazione particolare, ho preferito fare un campioncino di prova con un filo di cotone grezzo piuttosto morbido e sottile (ho dimezzato tutte le misure). Il tutorial è di Made in May
La parte inferiore del corpo è realizzata con il nodo testa d’allodola in verticale ( vertical lark’s head  knot) le zampe che reggono il legnetto sono una variante del nodo pallino.

con fettuccia t-shirt

Nel mio campionario di prove e modelli ho voluto utilizzare del materiale di riciclo, la fettuccia di cotone ricavata da una vecchia maglietta. 
Ho seguito il tutorial di Queen Hobby  ma la parte centrale non mi convince molto, non mi piace che rimangano quelle due asole nella testa e specialmente nel corpo, probabilmente accentuate dalla mia lavorazione con un materiale non molto omogeneo (ho strizzato un po’ il lavoro tirandolo dalle due estremità e dando qualche punto con ago e filo sul dietro). Anche se ci sono dei passaggi interessanti sia per le alette che per la coda il resto della lavorazione non mi piace. 

IL DIAGRAMMA BASE DEL GUFO AL MACRAME’

Ridotto nelle sue linee essenziali ecco un diagramma alla base di molte lavorazioni diffuse in rete: dalla forma ovoidale con il triangolo della testa lavorato a nodo piatto alternato, il corpo è realizzato una serie di nodi cordoncino su 3 diagonali (a partire dal centro del “becco”) a simulare le ali e il pancino lavorato sempre a nodo piatto alternato. Le gambe possono essere definite in modo netto oppure solo accennate negli artigli. 
Per realizzare un gufo da appendere al muro di una dimensione relativamente grande occorre utilizzare un filato spesso e suppongo ci vorranno almeno 3 metri di lunghezza per ogni filo. Per lavorazioni particolari come il nodo testa d’allodola in verticale ci vuole più lunghezza, conoscendo il filo con il quale sarà eseguita questa lavorazione basterà aggiungere 30-50 cm in più. (continua)

Per completare questa prima disamina sui gufi realizzati con la tecnica macramè ecco i miei primi due modelli a partire dall’immagine di un lavoro già realizzato.
Volevo ancora provare l’effetto di un filato che è come spessore una via di mezzo tra quelli fin ora testati, il colore è anche interessante, appena un più grigio del cotone crudo (grigio tortora)

PRIMI LAVORI

Devo ancora rifilare il legnetto portafili, ma il lavoro è finito, ho usato lo stesso filo con lo stesso modello, eppure uno dei due gufetti è leggermente più piccolo dell’altro, questione di tensione dei fili e di quanto si stringano i nodi. Ho aggiunto ad alcuni fili delle code delle perline a forma di cuoricino

Mi era avanzato ancora del filo e sono riuscita a ricavarci un piccolo pullo dall’aria allegra che sembra sbattere le ali per il suo primo volo, ho dovuto terminare le zampe senza aggiungere gli “artigli” perchè non avevo abbastanza filo..
Ho usato un fili piegato a metà come portafilo che ho sfrangiato a fine lavorazione, la particolarità del lavoro è l’aggiunta di due anelli (da tenda) davanti agli occhi, dopo aver fatto 4 file diagonali con il nodo cordoncino (a scalare fino ad arrivare all’ultima fila con solo due fili annodati), ho completato la “testa” con una fila che segue una linea curva appena sotto al “becco”, lasciando fuori il filo più esterno, questo l’ho avvolto attorno all’anello fino ad arrivare a metà cerchio, ho quindi fatto passare il filo infilandolo nel nodo piatto appena sotto al “becco” (una perlina arancio a forma di cuoricino), tirato fino a far arrivare l’anello in posizione e fermato sul dietro del lavoro facendolo passare ancora dentro al nodo piatto in modo da bloccare il tutto.
Ho proseguito nella lavorazione lasciando tre fili in sospeso per parte, lavorato i restanti con una serie di nodi piatti alternati (per due giri) e lavorato infine i fili lasciati in sospeso con il nodo testa d’allodola in verticale (con il filo più esterno avvolto intorno agli altri due fili). Siccome il mio filo mi è bastato appena a completare 3 nodi cappio l’ho tagliato di misura e sfrangiato. Ho proseguito la lavorazione sempre con il nodo piatto aggiungendo all’intreccio i due fili esterni dell’ala e ricavato due coscette contornate a V con il nodo cordoncino . (-si lo so che dovrei fare un video.. prima o poi ci proverò)

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico