Gufi d’Autunno con le foglie

Il laboratorio autunnale con le foglie è un must delle scuole elementari e dell’infanzia, le sfumature e venature delle foglie sono un incanto da restare a rimirare per ore!
Un materiale estremamente interessante, delicato e fragile, ma sorprendentemente versatile: la foglia deve essere prima fatta seccare (basta metterla tra due fogli di carta da cucina asciuga tutto e poi sotto pressa per almeno tre-quattro settimane) dopo di che la possiamo dipingere, tagliare e bucherellare, cucire e incollare. In realtà alcune foglie  una volta seccate perdono consistenza e colore, in genere quelle con i pelucchi o le foglie del pioppo che si fanno quasi di carta velina con il giallo smorto, mentre quelle dell’acero, platano e dell’alloro (in particolare la magnolia) restano sode e con una vividezza della colorazione. Mi sono fatta pure una pressa con due assicelle e quattro viti che è perfetta quando si raccoglie molto materiale verde da far seccare, ma per i piccoli prelievi quotidiani  ricorro al vecchio metodo delle enciclopedie!
Le composizioni fiori e erbe essiccate hanno un sapore retrò, decorazioni per la casa di stampo vittoriano messe sotto vetro, le buone cose di pessimo gusto dei salotti di Gozzano; voglio ugualmente provare a dare vita a un gufo di foglie. Lo chiamerò il gufo Tristan.

IL GUFO TRISTAN

Per prima cosa ho selezionato le foglie dividendole per gradazioni di colore. Ho poi deciso la dimensione del gufo tracciando uno schizzo di massima su un foglio A3, ho fatto quindi delle prove per accostare i colori e ho deciso di usare tre gradazioni: rossicci (corpo), marroni (ala), gialli (contorno occhi).

Ho iniziato a posizionare le foglie partendo dal basso, ritagliandole in parti più piccole e incollandole con la colla vinilica (usata con abbondanza e senza diluire).

Ecco completata la prima fase, parte della testa e la coda sono debordate dal foglio, ma tanto è solo un primo supporto che andrò a scontornare: le foglie d’acero sono state ritagliate  per ricavare delle piume, mentre per la testa ho riempito la campitura usando le foglie come dei tasselli di un mosaico. Avevo una sola foglia di pioppo piuttosto grande che ho ritagliato per il contorno di un occhio, mentre per l’altro ho dovuto fare un collage. Ho lasciato qualche foglia verde per staccare un po’ e dare volume.

Ho ricoperto il lavoro con un foglio di acetato e messo un paio di libri sopra per far asciugare la colla.

FASE DUE: le ombreggiature

Il giorno dopo ho ritagliato il gufo definendo la sagoma con più precisione e l’ho appoggiata su una base di cartoncino plastificato di recupero. Ho passato una mano abbondante di colla ad acqua e lasciato asciugare.
Dopo un paio d’ore la colla è stata assorbita e ha creato una patina sulle foglie perfetta come base per la mia pittura con l’acquerello: ho aggiunto pochi dettagli, principalmente ho rinforzato la colorazione rossiccia del petto e creato le ombreggiature con il colore nero e una discreta gamma di marroni. Ho marcato bene l’attaccatura della testa e il volume del corpo. Ho iniziato a tratteggiare anche dei colpi di luce seguendo le venature delle foglie soprattutto sull’ala per metterle in risalto.
Ho fatto diverse prove per come risolvere gli occhi e alla fine ho optato per la pittura: ho tracciato con la tempera bianca due grossi occhioni e ritagliato due pupille dal marrone scuro di una foglia d’acero. Forse anche le zampe le ricaverò con le foglie (o con dei rametti, non ho ancora deciso). Un accorgimento: tenete le vostre foglie secche in un contenitore a chiusura ermetica, conserveranno ancora una discreta elasticità che vi permetterà di manipolarle il tempo necessario per il progetto.

Ecco come è diventato il gufo dopo la colorazione: con il pennellino a punta fine ho tracciato le venature delle piume, a volte intinto nel bianco-crema a volte nel nero, sfumando all’occorrenza e intensificando le ombre. Il resto del corpo l’ho lasciato con le foglie al naturale, ombreggiando con il pennello grande sporco di nero. Non ho resistito a dare una spolverata di bianco con la tecnica dello spazzolino (si intinge nel colore e poi i passa il dito sulle setole, le goccioline schizzano da tutte le parti, bisogna perciò schermare la zona che non si vuole sia trattata)

Dopo aver lasciato asciugare sono passata ai dettagli degli occhi aggiungendo colore e sfumature, ho accentuato la forma ovoidale degli occhi, illuminandoli con del blu scuro (i colori dal vero sono molto più vividi che nella foto). Ho ritoccato anche la coda, tenendo però dei toni più scuri.

versione finale della fase due: la colorazione delle foglie con gli acquerelli e le tempere

Sono ancora indecisa in merito alle zampe alla fine credo opterò per dei rametti e anche per lo sfondo non ho ancora deciso devo andare a guardare in magazzino se trovo qualche vecchia tavoletta di legno, potrebbe prestarsi bene come supporto. “vissuto”
(work in progress)
(gufetto di Silly Jonna)

La galleria aggiornata dei gufetti che vado a realizzare (anche su ordinazione) la trovate qui

Ritorna a Gufetti d’Autunno: i tesori del Bosco
(gufetto di Moggley Mog 2012)

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico