Gufetti pigna con la cartapesta

Continuando con la serie i Gufi del Bosco il passo successivo dopo la prima creazione bidimensionale e le palle gufo in polistirolo (qui e qui) sarà la realizzazione di un gufo ornamento più “realistico” (come se fosse un gufo impagliato) che avrà la forma data dalla cartapesta.
Ci sono fondamentalmente due tecniche per fare la cartapesta: la prima è quella di incollare le strisce di carta da giornale su un anima (carta appallottolata e sagomata con lo scotch di carta, ma anche uno scheletro in fil di ferro e paglia), la seconda e di mettere a bagno la carta in una miscela di acqua e colla fino a ridurla in poltiglia.

In passato con la pasta di cartapesta gli artisti hanno realizzato capolavori d’Arte,  non solo scenografie effimere, ma anche sculture e bassorilievi dipinti (che trovarono massima diffusione nel Rinascimento), e mobili (i massimi esempi nel Barocco e Rococò). Prima della diffusione della carta nel Medioevo si preparava la carta bambagina dalla macerazione degli stracci.

QUALE COLLA?

Ma acqua e farina ovviamente! Da miscelare in parti uguali in una vaschetta; per oggetti che vengono manipolati più spesso (come ad esempio le maschere) è consigliabile utilizzare la colla per carta da parati. (la colla vinilica nella tecnica” incolla la striscia” non è assolutamente necessaria).

QUALE CARTA?

La carta da giornale  strappata con le mani, oppure i cartoni delle uova, la carta igienica o la carta assorbente da cucina, garze, stracci di cotone e tele di tessuto grezzo. Ma anche polvere i segatura e gesso.

PRIMA TECNICA: le strisce incollate

Una tecnica che s’impara da bambini a scuola e che piace tento perchè si impiastricciano tutte le dita: si immerge la strisciolina di carta nel collante e si applica sull’anima preparata in precedenza, si spiana per bene per levare bolle e grinze e si prosegue fino a ricoprire tutta la nostra struttura.
Per lavori come le maschere che vengono realizzate su un calco ci vogliono almeno tre/quattro strati affinchè acquistino una certa rigidità. Se si aggiungono più strati ricordiamoci di invertire la trama (per il primo strato mettiamo ad esempio le strisce in orizzontale, il secondo sarà steso in verticale e il terzo in orizzontale, etc).

SECONDA TECNICA: la pasta di cartapesta (paper clay)

Una tecnica un più laboriosa della precedente per la preparazione della pasta di cartapesta si rende necessario un frullatore (che resterà a uso esclusivo di questi lavoretti di bricolage).
Prima preparavo la pasta di cartapesta usando la carta da giornale o il cartone delle uova (a seconda di quello che avevo sottomano), la mettevo a mollo in acqua calda per un po’ di giorni, poi  frullavo il tutto, levavo l’acqua residua schiacciando bene e  poi impastavo ad occhio con della colla vinilica, o  colla per carta da parati (e polvere di segatura se ne avono un po’ per casa). (vedi procedimento qui)
Poi ho letto il tutorial di Fabio Bettiolo e la sua ricetta della CartaPasta  in cui si usano gli stessi ingredienti e la stessa preparazione per fare la pasta al mais, ma aggiungendo un ulteriore ingrediente per dare maggiore forza e sostegno alla pasta: la carta igienica.
Nel web si trovano molte ricette della paper clay in cui vengono aggiunti vari ingredienti, una valida ricetta è quella della signora Jonny Good che mescola carta igienica, cartongesso premiscelato, un po’ di farina e colla vinilica (la ricetta qui)

Primo Gufetto in cartapesta vedi

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico