Gufetto pigna con la cartapesta: la struttura

Continuando con la serie i Gufi del Bosco il passo successivo dopo la prima creazione bidimensionale e le palle gufo in polistirolo (qui e qui) sarà la creazionedi un gufo ornamento più “realistico” (come se fosse un gufo impagliato) che avrà la forma data dalla cartapesta. (vedi prima parte per le ricette)
Realizzare un gufetto pigna con la cartapesta è un procedimento lungo per i tempi di asciugatura tra una fase e l’altra.

COME REALIZZARE LA STRUTTURA DEL GUFETTO

la struttura del gufo

Voglio iniziare con un gufetto piccolo e quindi non avrò bisogno di uno scheletro di fil di ferro; della carta appallottolata e fissata con lo scotch-carta sarà più che sufficiente.
Appallottolo separatamente tre fogli A4 (che sarebbero finiti nel cestino, un bel modo per riciclare) e li aggrego con lo scotch con un paio di altri fogli appallottolati ricavo la testa (un po’ schiacciata), aggiungo ancora fogli appallottolati al corpo per dare una forma ad uovo e attacco il corpo alla testa. Sagomo ulteriormente aggiungendo altra carta appallottolata e quindi blocco la forma finale con lo scotch-carta.
La forma ricorda vagamente quella di una paperella a cui aggiungerò le zampe e che rivestirò con canapa, pigne e legnetti; prima però di passare al rivestimento finale devo rinforzare la mia struttura con la cartapesta.

Per questo tipo di lavorazione non avrebbe senso un tutorial fotografico passo passo, documenterò solo lo stato d’avanzamento dopo le varie fasi.

PRIMA FASE

rivestimento con strisce di carta

Inizio con uno strato di strisce di carta-giornale che incollo con la miscela di acqua e farina in parti uguali, come carta uso i giornaletti della pubblicità che ti infilano nella buca delle lettere in pratica ogni giorno.
Ho deciso di fare due strati e lascio asciugare per un giorno, ed ecco come si presenta “la mummia” il giorno dopo.

LA PASTA DI CARTAPESTA: procedimento rapido 
Ieri ho anche preparato la pasta di cartapesta seguendo il procedimento standard. Ho dimezzato i tempi di preparazione lasciando a mollo la carta nell’acqua calda per una sola notte (e siccome avevo della colla-farina in scadenza l’ho aggiunta alla macerazione), per questa preparazione non ci sono dosi precise, si sminuzza con le mani la carta-giornale nella quantità che si vuole, si mette in una bacinella e si aggiunge l’acqua calda in modo che ricopra la carta (non serve tantissima acqua, giusto un paio di dita oltre al volume asciutto della carta). Ogni tanto andavo a dargli una rigirata e la pestavo un pochino con un bastone.
Il giorno dopo nella bacinella c’è una poltiglia grigiastra che frullo minutamente con un frullatore a immersione. Mi metto i guanti di gomma, con un colino medio filtro la poltiglia e metto in una ciotola la parte solida, poi la vado ancora a strizzare bene con le mani fino a eliminare  l’acqua residua. Aggiungo la colla, un po’ per volta a occhio, impastando fino a quando ottengo  una pasta elastica, la metto in un sacchetto di plastica in frigo. Come colla ho utilizzato quella fatta in casa con amido di mais, acqua e aceto.

LA COLLA FATTA IN CASA CON L’AMIDO DI MAIS
Per piccoli quantitativo di colla (al posto della colla vinilica) uso un piccolo misurino (riciclato) in cui ci stanno due cucchiaini abbondanti di amido di mais. Metto la farina misurata in una padellina, aggiungo 1 misurinio di acqua, 1 misurino di aceto di vino bianco e 1 misurino con metà acqua e metà aceto. Con il mio pennello da tintura per capelli mescolo bene il tutto e metto sul fuoco a fiamma bassa, sempre continuando a mescolare. Quando si addensa è segno che l’acqua sta per bollire, mescolo ancora e spengo continuando a mescolare. Appena si raffredda la colla è pronta per l’uso.
Questa colla rispetto alla colla con la farina si conserva più a lungo grazie all’aceto e può stare in frigo per una decina di giorni.

SECONDA FASE: il rivestimento con la pasta di cartapesta
Con la pasta vado a modellare il gufetto definendo bene postura e massa muscolare, faccio uno strato piuttosto sottile, lavorandolo bene con i polpastrelli e lisciando la superficie.
Dove serve creo degli spessori sempre con la pasta, definendo meglio la posizione della zampe, la forma della testa e i muscoli.

Lascio ad asciugare all’aria per qualche giorno: continua fase tre, il rivestimento

La galleria aggiornata dei gufetti che vado a realizzare (anche su ordinazione) la trovate qui

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(gufetto di Moggley Mog 2012)

Pubblicato da tempodagufi

Architetto, blogger, appassionata di musica celtica e antica, riciclo creativo e artigianato artistico